Sindaco Lippi: "Allerta meteo, perché abbiamo chiuso le scuole. Ma qualcosa nel sistema non funziona"
Mar, 12 Dicembre 2017Dopo l'allerta meteo codice arancione di domenica 10 dicembre il sindaco Samuele Lippi interviene per spiegare la decisione di chiudere le scuole, il funzionamento del sistema di allerta e protezione civile e mettere in luce alcune contraddizioni.
"Come mai chiudere le scuole per un po’ di vento?
Ce lo hanno chiesto in molti tra ieri ed oggi. Per rispondere devo prima spiegare come funziona il sistema di allerta di protezione civile, che poi una volta tanto può essere anche utile parlare di prevenzione “prima”, e non dopo che sia successo qualcosa di grave come purtroppo accade spesso.
Il Centro Funzionale Regionale, come avvenuto domenica, emette un bollettino con un’allerta meteo a cui viene assegnato un codice (giallo, arancione o rosso) che varia a seconda delle zone (Cecina è in E2, Livorno in A6 ecc…), zone individuate sulla base di confini amministrativi, limiti che difficilmente, come si può immaginare, permettono di circoscrivere le perturbazioni. Bene, arriva un’allerta meteo, come ieri, arancione per vento e viene diramata ai Comuni. Ogni codice ha una valutazione di criticità standard e un possibile scenario previsto: quello per vento valido per la giornata di oggi parlava, testualmente, di
“fenomeni pericolosi per l’incolumità delle persone, in grado di causare disagi anche prolungati e danni consistenti su aree anche estese. Sono possibili rotture di rami e/o caduta di alberi, caduta di tegole e cornicioni, danni alle strutture provvisorie ed in maniera isolata agli edifici, con trasporto di materiale vario. Sono possibili problemi alla circolazione stradale in particolare su viadotti e ponti, con interruzione della viabilità. Sono possibili disagi a causa di ritardi o cancellazioni dei collegamenti terrestri, ferroviari, aerei e marittimi. Sono possibili danneggiamenti alle reti aeree di distribuzione di servizi (tra cui telefonia ed elettricità) con interruzioni dei servizi”.
Ed è sulla base di questo e sulle previsioni (in questo caso si parlava di raffiche fino a 80-90 km/h, anche 120 km/h secondo il sito dell’Aeronautica) che i sindaci dei singoli comuni, e nessun altro, hanno la responsabilità di decidere come e se agire, ad esempio disponendo la chiusura delle scuole. Domenica sera ho anche consultato il comandante provinciale dei Vigili del Fuoco, per un consiglio, e quindi ho ravvisato che in via precauzionale fosse opportuno tenere le scuole chiuse limitando così anche gli spostamenti.
Il risultato di questo sistema che pone, nonostante i vari livelli regionali, provinciali e intercomunali, in capo ai singoli sindaci la responsabilità della decisione ultima è una possibile disparità di intervento, anche a distanza di pochi chilometri: le scuole aperte o chiuse ne sono la contraddizione più evidente. Un sistema che può creare confusione e che non sempre i cittadini capiscono, come alcune delle rimostranze lo dimostrano. Un sistema che scatena accuse di sottovalutazione, o sopravvalutazione, che possono avere anche implicazioni più pesanti in caso di conseguenze drammatiche. Mi domando, non dovrebbe forse essere una responsabilità affidata a livelli più alti dato che si tratta di eventi che hanno implicazioni che travalicano i territori dei singoli comuni?
Ho l’impressione invece che il legislatore in questo caso come per la sicurezza abbia affidato piena responsabilità ai sindaci scaricandola sul soggetto istituzionale più vicino ai cittadini senza peraltro offrire gli strumenti, anzi spesso limitandone la capacità di gestione bloccando la possibilità di assunzione, di richiesta di consulenze specifiche e il riconoscimento ai dipendenti pubblici si impegnano nella protezione civile. E per questo ritengo che sarebbe opportuno aprire una discussione a livello regionale e nazionale: come prima cosa scriverò all’assessore regionale e alla presidenza del Consiglio dei Ministri per affrontare questa contraddizione".
Samuele Lippi
Sindaco di Cecina