La Teatralità a Cecina e i 40 anni del “De Filippo”
Gio, 28 Dicembre 2023Venerdì 22 dicembre il Comune di Cecina ha voluto celebrare i 40 anni del Teatro comunale “E. De Filippo” con una cerimonia sobria organizzata dall’Ufficio Cultura, alla presenza del Commissario Straordinario, Dott.ssa Vincenza Filippi, che ha coordinato il tavolo dei relatori.
Dopo l’introduzione, il Commissario ha dato la parola al Prof. Piero Neri, assessore comunale dal 1980 al 1990, che volle fortemente la realizzazione di un teatro comunale per la città.
Il microfono è passato allo storico del territorio Ilio Nencini che ha tracciato un percorso articolato sulla teatralità a Cecina fin da metà dell’800, percorso storico poi ripreso da Nicoletta Porciani, per l’archivio storico, che ha arricchito l’esposizione anche con materiale fotografico dell’epoca.
La realtà presente della teatralità cecinese è stata ben illustrata da Ilaria Fontanelli, direttrice e insegnante dei Cantieri Teatrali, la scuola di teatro comunale.
Si ha notizia delle prime rappresentazioni teatrali intorno all’anno 1846 nella Chiesa S. Giuseppe di Marina quando la Compagnia Spirituale del SS. Sacramento fondò una delle prime istituzioni teatrale con lo scopo di educare i giovani alle buone maniere secondo le disposizioni che la censura dell’epoca imponeva.
La censura, era molto rigida e non favoriva certo la nascita di nuovi teatri, in quanto obbligava gli impresari teatrali del Granducato a presentare due mesi prima della scena, la trama dei temi per evitare esibizioni contro la morale con abbigliamento e mimica che avrebbero potuto creare disagio agli spettatori. L’inosservanza della presentazione, era punita con la sospensione degli spettacoli per tutta la stagione.
Note storiche :La prima bonifica alla foce del fiume fu effettuata nella seconda metà del ‘1700 ad opera del marchese Carlo Ginori all’epoca proprietario di queste terre e che grazie a questa operazione, qui si stabilirono circa 200 persone formando un piccolo borgo.
Il Fitto di Cecina era diventato un borgo, prosciugato dalle paludi e con i favori dei Decreti Granducali che offrivano terreno coltivabile e la possibilità di costruirvi una casa, la popolazione era cresciuta in poco tempo (gli abitanti al Fitto erano 2000 mentre a Marina erano 200) il Granduca si adoperò affinché fosse costruita una nuova chiesa più grande, a spese del R.Erario, nel centro del Paese.
La posa della prima pietra fu effettuata il 29 settembre 1852 e i lavori terminarono nel dicembre 1854.
L'11 maggio 1855 la Risoluzione Sovrana (Prot. 9 in.int. 6) del Dipartimento degli Affari Ecclesiastici comunicava al Vescovo che la Parrocchialità della Colonia di Cecina venisse traslata alla nuova Chiesa del Fitto di Cecina e contraddistinta con il più onorifico titolo di Arcipretura (Memorie e Documenti n° 4, anno 1855).
(Archivio Parrocchiale Cecina- Memorie e Documenti n°4, anno 1855).
Anni 1850:
Dal diario di Vittorio Chiavacci, una delle prime famiglie ad abitare Cecina, che ci descrive uno spaccato di vita e divertimenti di quel periodo:
“In primavera si festeggiava il Calendimaggio. La rimessa del Ciuti si puliva e si metteva qualche panca intorno: veniva alla Domenica una comitiva di cinque guardistallini con una bella ragazza certa Gelsomina dalla bella voce; portavano un violinista che tra ottava e ottava, suonava un motivetto d’occasione. Si rappresentava vestiti del costume antico si facevano applaudire assai dal numeroso pubblico, per lo più accorso dalla campagna. I palanconi piovevano, mentre si mangiava lupini dolci, seme salate e fave cotte”.
Anno 1865:
Alcuni teatri si stavano istituendo a Volterra, Pomarance, Montescudaio e Castagneto; a Cecina fino ad allora si erano proposti spettacoli con artisti itineranti durante i giorni di fiere e di mercati.
Con l’ampliarsi del Paese e l’aumento della popolazione, alcune compagnie del circondario, chiedevano il permesso di esibirsi a Cecina ma per periodo più lunghi, perciò fu adattata e divenne sede stabile di Teatro un locale ricavato nel Palazzo del sig. Gaetano Fabbri denominato Tagliavacche a Nord del Paese, sulla Via Emilia in angolo di Piazza della Prefettura.
L’adattamento ad uso di Teatro fu effettuato dal Maestro Muratore Pietro Chiapperini, che rilasciò la conformità del palcoscenico e del palchettone posto nel palazzo.
Il 19 giugno 1865 la Sottoprefettura di Volterra, dette il permesso alla Compagnia del Capocomico Giuseppe Zacconi di Volterra composta da 16 artisti, 6 donne e 10 uomini di recitare nel Teatro diurno per un periodo di 60 giorni.
Anno 1866: entrata in vigore del R.D. n.2248 del 20 marzo 1865, che regolamenta la suddivisione territoriale dopo l’Unità d’Italia, in Province, Circondari, Mandamenti e Comuni e entrerà, dal 1 gennaio 1866.
Il Fitto di Cecina, all’epoca ancora frazione del Comune di Bibbona, fu scelto come Sede di Mandamento e l’Amministrazione si trovò a cercare in tempi brevi i locali idonei a tale scopo, ossia una struttura in grado di accogliere il carcere la Pretura.
Dopo una trattativa per l’affitto del Palazzo del Fitto, che si manifestò troppo lunga ed onerosa, la scelta cadde sul Palazzo Tagliavacche con Delibera del Consiglio comunale di Bibbona 24 maggio 1866.
IL Teatro trasloca e continua le sue rappresentazioni teatrali nel Palazzo Barabino lungo la Via Aurelia nel centro del Paese, dove aveva sede anche la Società Filarmonica “Aulo Cecina” alla cui presidenza era Napoleone Giusteschi sindaco di Bibbona. Il locale era dotato di galleria e palchettone , illuminazione a petrolio e una capienza massima di 340 persone. Gli spettacoli comico teatrali presentati in quel periodo, erano spesso in parallelo con gli insegnamenti scolastici dei testi classici.
Nel 1873 nasce la Società Operaia di Mutuo Soccorso con lo scopo di promuovere l’istruzione e il benessere dei soci.
Un fondo creato con sovvenzioni mensili dei soci, aiutava gli stessi nei periodi di maggior bisogno, quali mancanza di lavoro, malattia ecc., mentre gli spettacoli presentati nella sede di Via Bargigli angolo via Pacinotti allora denominata Via del Teatro, avevano il doppio scopo di istruire ai classici e nello stesso tempo gli incassi andavano a implementare il fondo stesso.
Agli inizi del 1900, il Paese passa dall’illuminazione a olio a quella elettrica, e alla Società gestore dell’energia elettrica, fu concessa la sede nel palazzo della Società Operaia, nel 1909.
Il Teatro si trovò nuovamente senza un luogo stabile. Grazie a Ranieri Scaramelli si poté usufruire del capannone di proprietà Turini e proseguire le attività con l’inaugurazione del Cinema Varietè nel 1911.
Nel 1942 il sig. Barabino Emanuele richiede il permesso per l’apertura di un cinematografo all’aperto in una sua proprietà in Via Volta, e sarà denominato
“Cinema Teatro Marconi”.
Negli anni 1960 con il boom economico e l’incentivarsi del turismo, la Colonia S. Maria Goretti, fatta costruire alla fine degli anni 1920 ad uso di soggiorno estivo per bambini bisognosi di cure marine, fu trasformata in struttura ricettiva culturale denominata “Circolo dei Forestieri”.
La struttura comprendeva un’arena spettacolo completa di palcoscenico, gruppi di gradinate metalliche per 1000 posti, due campi da tennis e una pista da ballo oltre ad un ristorante.All’inaugurazione il 10 luglio 1965 partecipò il presentatore Mike Bongiorno-zo Cioni
Negli anni 1980, il Prof Piero Neri all’epoca Assessore all’Istruzione e alla Cultura dell’Amministrazione Renzo Cioni, si interessò alla trasformazione e al cambio uso del locale Aula Magna al Villaggio Scolastico in Teatro Comunale, avrà una capienza di 600 posti: 400 in platea e 200 in galleria–camerini e palco di 12 metri x8.
La sala fu attrezzata anche per proiezioni cinematografiche con macchina donata dal sig. Pietro Scaramelli.
Il Teatro comunale sarà intitolato a nome di Eduardo De Filippo a cui sarà richiesto e comunicato con lettera del Prof P. Neri: l’artista accetta con molto piacere.
Sabato 19 novembre 1983 Inaugurazione Teatro comunale con l’Orchestra Regionale Toscana diretta dal prof. Bruno Martinotti con opere di Rossini.
L’artista Eduardo, nonostante l’annuncio di sua probabile presenza a gennaio 1984 non riuscirà a essere presente, per motivi gravi di salute, il grande artista morirà l’anno dopo con grande cordoglio di tutta Italia.
Alle 21,00 la Filarmonica P. Mascagni di Cecina, in occasione anche delle Festività Natalizie, ha emulato quello che avvenne 40 anni prima con un concerto di elevato livello. Il palcoscenico del De Filippo colmo di musicisti, tantissimi giovani e giovanissimi, guidati dai tanti maestri diplomati che da anni compongono le file della filarmonica cittadina. Platea al completo e applausi ininterrotti per dire bravi ai musicisti e grazie al Comune per otto lustri di teatro comunale.