Bambini
EMERGENZA CORONAVIRUS

Il cielo in una stanza: raccolta di scritti e disegni di bambini e ragazzi al tempo del COVID 19

Mer, 15 Aprile 2020

Una speciale pubblicazione per raccogliere la testimonianza di come bambine e bambini, ragazze e ragazzi vivono e interpretano questa difficile situazione di paura del contagio e della malattia, di privazione della libertà personale e di forte limitazione del confronto sociale. Dopo il docufilm, nell'ambito del progetto 'Il Coronavirus con gli occhi dei bambini', lanciato appena qualche giorno fa dalla Garante per l'Infanzia e l'Adolescenza della Toscana, Camilla Bianchi presenta la pubblicazione 'Il cielo in una casa', una raccolta di scritti, disegni e immagini del “sentire e del tradurre” la vita al tempo del Covid-19.

“La testimonianza di bambine e bambini, ragazze e ragazzi servirà a ricucire il domani. Ognuna delle loro voci non può essere perduta ma raccolta in uno spazio dedicato a memoria di questo difficile momento. Ascoltare il loro sentire sarà occasione di crescita e di educazione per tutti e per la vita che verrà” spiega Bianchi.

Sul sito ufficiale della Garante, benché ancora in costruzione, e sulle pagine del Consiglio regionale della Toscana, sono pubblicati regolamento e liberatoria che i genitori dovranno compilare per la partecipazione dei propri figli. Ogni materiale dovrà essere inviato alla casella di posta appositamente dedicata ilcieloinunacasa@crtoscana.it entro il 26 aprile prossimo.

Il cielo in una casa segue e integra, nell'ambito del progetto già in evoluzione 'll Coronavirus con gli occhi dei bambini', il docufilm di videointerviste fatte direttamente dalla Garante che grazie alla collaborazione di un professionista dell'immagine e della regia daranno luogo ad un vero e proprio reportage.

Entrambe le inziative hanno il fine comune di non disperdere la memoria di bambine e bambini, ragazze e ragazzi, ma anzi di raccoglierla e di imparare a tradurla in un futuro che possa essere migliore. “Questa esperienza involge drammaticamente tutti noi. Comprendere quanto profondamente possa aver toccato i nostri figli e lasciare traccia del loro sentire servirà a tutti noi per ricomporre insieme, con occhi nuovi, il domani che verrà”.