Piccolo festival del vernacolo livornese

Un piccolo festival del vernacolo livornese in due date – giovedì 24 e giovedì 31 agosto – in piazza dei Mille a San Pietro in Palazzi. Risate in salsa labronica, ad ingresso libero, della compagnia “La combriccola” con il patrocinio del Comune di Cecina.

«Un complemento indispensabile alla programmazione estiva degli eventi – ha commentato il vicesindaco Giovanni Salvini -. Un tassello che dovevamo aggiungere ai tanti in calendario che danno spazio a realtà locali, pensati per intrattenere e divertire turisti e residenti».

«Un valore aggiunto – ha spiegato anche il consigliere comunale e presidente della commissione cultura Massimo Gentili – la riscoperta del teatro popolare grazie alla compagnia La combriccola che tiene vivo l'adattamento artistico originale del vernacolo senza mai cadere nella volgarità».

«Un piccolo festival importante per la comunità di San Pietro in Palazzi – ha aggiunto anche il consigliere comunale Mauro Niccolini – segno che anche con cifre modeste si riesce a far divertire le persone in una piazza, come quella dei Mille, vissuta tutte le sere durante l'estate».

Giovedì 24 agosto (ore 21.15) sarà di scena “Tre passi nel vernacolo”. Uno spettacolo scritto da Aldo Corsi. Scenette, macchiette, sonetti e barzellette a raffica in vernacolo livornese. Aldo Corsi vestirà i panni dell'immancabile vecchia mentre Roberto Mattioli quelli della classica popolana. Con loro sul palco anche Annarosa Bechelli e Franco Bocci.

Giovedì 31 agosto (ore 21.15) si terrà invece la commedia “Zerrig”. Fagottate di musi'a e cabarè cor pizzi'ore amaranto. Scritto e interpretato da Fabio Max e Elena Peebes, vedrà la partecipazione del quartetto comico composto da Aldo Corsi, Elisabetta Macchia, Annarosa Bechelli e Franco Bocci con nuove ed esilaranti scenette in vernacolo, sonetti e stornelli a dispetto.

«Si tratta – ha concluso Franco Bocci della compagnia La Combriccola – di un piccolo festival del vernacolo livornese che in due serate mostrerà al pubblico, senza parolacce e volgarità, come vivevano e parlavano in passato a Livorno».